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Sulla guerra d’Africa è stato scritto molto. Tuttavia molte sono pubblicazioni datate, ed hanno un comune difetto: parlano molto dei britannici e dei tedeschi, ma trascurano gli italiani, quasi come se noi in Africa non ci fossimo.
Il perché lo si capisce: era così già durante la guerra.
I Britannici hanno sempre considerato il Tedesco come loro avversario più temibile, così come consideravano i panzer tedeschi veramente pericolosi. Inoltre diveniva “onorevole” subire una sconfitta dalle truppe tedesche, “disonorevole” quando a darle erano gli italiani, e non ne parlavano, a parte qualche raro caso, come avvenne per la divisione “Folgore”. Addirittura, quando i comandanti britannici delle postazioni accerchiate chiamavano il rispettivo Comando per chiedere aiuto, urlavano «siamo circondati da carri armati tedeschi!», anche quando invece erano carri italiani, ben sapendo che se avessero detto la verità non avrebbero ricevuto aiuto. Come si faceva ad essere in pericolo – avrebbero pensato al Comando – quando ad attaccare erano quei ridicoli carri italiani?
Invece io ho voluto colmare questa lacuna, parlando sì delle azioni britanniche e tedesche, ma anche di molte di quelle sostenute dagli italiani. In diversi episodi essi si sono distinti egregiamente, nonostante la carenza e pessima qualità del materiale a disposizione. Per questo gli Italiani hanno usato bombe autocostruite o ideato stratagemmi e trappole, nelle quali più volte gli Inglesi vi sono caduti. E lo stesso Rommel, in più occasioni, ha lodato il coraggio, l’intraprendenza e la temerarietà dei soldati italiani. – L’Autore
DI SEGUITO E’ POSSIBILE SFOGLIARE ALCUNE DEI DUE VOLUMI
VOLUME 1° (attendere qualche secondo)
VOLUME 2° (attendere qualche secondo)
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