Descrizione
Seconda Guerra Mondiale.
R.S.I. Memorie sparse sono i ricordi di un lungo viaggio compiuto da un italiano qualunque, viaggio che ha toccato diverse stazioni: il Regno d’Italia e il Fascismo, la Repubblica Sociale e la guerra civile, la Repubblica Italiana e l’antifascismo. E’ una autobiografia riassuntiva che tocca momenti e situazioni del tutto personali che possono apparire di scarso interesse al lettore, il quale potrebbe sentirsi inpegnato solo in esercizio di educata curiosità.
Ma non è questo il punto. I fatti descritti – di routine, tutto sommato, nello svolgersi della normale vita di ognuno, esclusa la parentesi della guerra civile – hanno sotto traccia avvenimenti e vicende di storia patria che restano e si snodano sullo sfondo, visti da una angolatura del tutto personale e immediata. All’Autore, infatti, per vicenda familiare non lieta, è toccato in sorte di vivere fanciullezza e giovinezza in ambiente che era emanazione tipica di valori e metodi perseguiti dal Fascismo nel suo tentativo di educazione e formazione del giovani. E’ una angolatura particilare, si potrebbe definire di lusso, per assenza di qualsiasi componente pratica ed economica che gli ha consentito di seguire i momenti e gli avvenimenti rimastigli più impressi nella memoria e dei quali riferisce, compreso il baratro, nella giovinezza, della guerra civile. Ovviamente la giovanissima e giovane età del testimone, per lo più collocato in posto di osservazione asettico, determina una visione degli avvenimenti commisurata all’età e come tale va letta. E’ comunque una esperienza di vita, una esperienza come tante, che si propone al lettore.
Le stesse considerazioni sul Fascismo, inserite alla fine e a conclisione degli eventi autobiografici, fanno da substrato oggettivo agli avvenimenti narrati e sono anch’esse frutto di ricordi scolastici e personali. Non riguardano gli aspetti negativi, politici e storici, che la “vulgata” del dopo guerra ha sistematicamente diffuso, ma sono semplicemente un tentativo di ricordare come eravamo e come vivevamo.
Manca nel merito, ovviamente, ogni intento polemico, del tutto inutile anche per la semplice considerazione che l’Autore, nel suo lungo viaggio, ha ancora una sola ultima stazione dove scendere. Fatti, momenti, situazioni e personaggi sono tutti veri, senza aggiunte. I luoghi vanno dal Friuli alla Ciociaria, dall’area della Capitale alla Campania, dall’Umbria al Veneto e al Trentino.
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