Descrizione
Con nota introduttiva di Giuseppe Parlato e con l’autorizzazione e la collaborazione del figlio Andrea Scirè e del nipote Valerio Borghese. Junio Valerio dei Principi Borghese è stato uno dei personaggi più noti della seconda metà del secolo XX. Discende da una stirpe che risale al 1200. Ufficiale della Matina Militare, famoso sommergibilista, anche legionario nella Guerra Civile Spagnola, divenne leggendario nel corso del conflitto mondiale violando ripetutamente i porti nemici del Mediterraneo con il sommergibile Sciré, ottenendo la promozione a Capitano di Fregata per merito di guerra, la Medaglia d’Oro al Valore Militare, l’insegna di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e la Croce di Ferro di 2a Classe germanica. All’8 settembre 1943, abbandonato senza un ordine dal Re e dal suo diretto comandante, ammiraglio Ajmone di Savoia duca d’Aosta, entrambi in fuga verso il nemico anglo-americano, a La Spezia si trovò ad essere, per il suo altissimo prestigio, il centro catalizzatore della ricostruzione di quella parte della Marina rimasta al nord della linea del fronte.
I venti mesi della Repubblica Sociale Italiana videro la sua X Flottiglia M.A.S. operare sia sui fronti marittimi con i mezzi d’assalto, i M.A.S., le M.S., le V.A.S. e i minisommergibili C.B., sia sui fronti terrestri, da Anzio a Nettuno fino ai confini orientali di Gorizia, spingendosi con i propri presidi dell’Istria e delle isole del Quarnaro per difendere l’italianità di quelle terre. Sciolta la X Flottiglia M.A.S. il 26 aprile 1945, la sua incolumità fisica, minacciata di morte da parte partigiana, fu preservata incredibilmente proprio dal C.L.N. Alta Italia prima e dai Servizi Segreti del OSS americana poi, che lo consegnarono alle Autorità italiane a Roma.
Incarcerato per quattro anni fra Procida, Forte Boccea e Regina Coeli prima di essere processato, anche dopo il processo e la conseguente liberazione fu oggetto di un’autentica persecuzione politico-giudiziaria che lo costrinse a cercare rifugio in terra di Spagna, ove morì esule nel 1974.
La sua salma fu portata clandestinamente in Italia entro una cassa da frutta per disposizione del Governo italiano per motivi di ordine pubblico. I funerali invece si svolsero a Roma in forma pubblica “a furor di popolo” nella Basilica Vaticana di Santa Maria Maggiore. Sergio Nesi ha voluto racchiudere la storia del Principe Borghese in cinque parti, di cui la prima riservata all’illustrazione della Casata, ognuna relativa ad un preciso periodo della sua vita.
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