Descrizione
Periodi, episodi, momenti della storia attraverso immagini rare ed inconsuete, tratte da archivi personali, albums di famiglia, ricordi dei protagonisti, prima che si perdano e perché ne resti memoria.
Formato 17×24 – Pagine 154 interamente illustrato con oltre 300 immagini a colori e B/N – Copertina flessibile plastificata – Brossura
La campagna di Grecia (ottobre 1940-aprile 1941) verrà ricordata come la più assurda delle guerre combattute dal nostro esercito. Nessuna delle motivazioni analizzate nelle pagine che seguono potrà mai giustificare l’inutile spargimento di sangue sulle montagne albanesi fra soldati italiani e greci, fra due popoli cioè, che avevano sempre mantenuto ottimi rapporti di amicizia.
Molti dei reduci di quel terribile inverno non riescono ancora a spiegarsi perché tanti loro commilitoni siano morti così lontano da casa inutilmente. I nostri soldati, però, saranno anche morti invano, ma lo fecero con tanto coraggio, affrontando una guerra impossibile tra il fango, la neve, il freddo, la fame, vittime della colossale disorganizzazione che regnava negli ambienti politici e militari.
Più del 50% dei fanti inviati sul fronte greco-albanese nel periodo novembre 1940 – aprile 1941 non avevano mai imbracciato un fucile o lanciato una granata. Questa enorme follia ci costò 13.755 morti, 25.067 dispersi, 50.874 feriti e ben 12.368 congelati.
Tantissimi furono gli episodi eroici della truppa e numerosissimi furono gli ufficiali che caddero alla testa dei propri battaglioni nel tentativo di non cedere un solo metro di terreno al nemico.
Molti capisaldi a quote che variavano dai 500 ai 1950 metri s.l.m. vennero difesi, persi, ripresi, ripersi e riconquistati decine di volte fino all’estremo sacrificio lasciando sul terreno il triste, eterno ricordo di chi, nonostante tutto, era disposto a morire per la Patria. Fanti, alpini, bersaglieri, granatieri, carabinieri, camicie nere, artiglieri, guardie di finanza, guardie alla frontiera, accomunati da un unico destino, gettarono in quella terribile guerra tutto quello che avevano: il loro cuore.
«Sia detto una volta per tutte che i soldati italiani in Albania hanno superbamente combattuto, sia detto, in particolare, che gli Alpini hanno scritto pagine di sangue e di gloria che onorerebbero qualsiasi esercito. Quando si potrà raccontare nelle sue vicende la marcia della Julia sino quasi a Metsovo tutto apparira leggendario…» (Mussolini, febbraio ‘41).
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