Descrizione
Il 19 dicembre 1966 Svetlana Alliluieva, la figlia di Stalin, partì dall’URSS diretta in India, per quello che doveva essere un viaggio di un mese; recava con sé l’urna contenente le ceneri del marito, l’indiano Brajesh Singh. Ma in URSS l’Alliluieva non fece più ritorno. Per spiegare i motivi di tale decisione, lentamente maturata nel corso di anni (si ricorderanno le Venti lettere a un amico, scritte quando l’autrice era ancora in URSS), ma presa con drammatica e inaspettata rapidità in una sola sera, Svetlana Alliluieva ha scritto questo libro, la cui azione prende inizio il 19 dicembre 1966, all’aeroporto di Mosca, e si chiude il 19 dicembre 1967 a Princeton, negli Stati Uniti.
Soltanto un anno, quindi, un anno cruciale, di tumulti interiori, di speranze, di delusioni, di esperienze nuove, culminati nella decisione di abbandonare per sempre il proprio paese, i propri figli, i propri amici. Le intime ragioni che spinsero la figlia di Stalin a cercare un mutamento tanto profondo nella propria esistenza, costituiscono l’autentico tema del libro; infatti, il racconto delle vicende esterne, dalla partenza per l’India all’arrivo in America, alle prime esperienze in quel mondo affatto nuovo per lei, rappresenta soltanto l’intelaiatura dell’opera, il cui filo conduttore è dato dal resoconto del trasformarsi di una coscienza, dalla narrazione, continuamente interrotta e ripresa seguendo il filo della memoria, delle cause che condussero l’autrice alla decisione di tentare di costruirsi una nuova esistenza in un paese straniero, in una società opposta a quella edificata da suo padre.
Ma l’Alliluieva riesce a collocare tale processo morale nel quadro degli orientamenti della sua generazione; dai ricordi dell’ultimo Stalin ai ritratti dei suoi yes-men o dei suoi collaboratori oggi al potere (come Kossighin e Suslov) alle pagine dedicate alla difficile vita degli intellettuali di Mosca tra cui si svolgeva la sua esistenza. Soltanto un anno offre un’ampia visione della odierna problematica della società sovietica. L’Alliluieva fornisce così un diario intimo, scritto in uno stile fluido e variato, e, nel contempo, un’opera di testimonianza politica, seppure esposta da un punto di vista rigorosamente personale. Un documento umano, vibrante di partecipazione, e un documento del nostro tempo, poiché nella vicenda di Svetlana s’incarna la lacerazione delle coscienze di un’intera generazione.
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